... Non Solo Cromopuntura

sabato 15 settembre 2012

TEST KINESIOLOGICO




Durante il test l'abbigliamento del cliente dovrebbe essere in fibra naturale e non in tessuto sintetico e, qualora ciò non si verifichi, occorre “testare” i materiali indossati per valutarne l’incidenza sulle prove successive; il lettino deve essere in legno (la poltrona odontoiatrica non va bene!); l'ambiente deve essere calmo e tranquillo, eventualmente con musica in sottofondo; l'impianto elettrico dello studio deve essere fornito di messa a terra efficiente; dovrebbero essere assenti o limitati i campi magnetici, interni ed esterni. E’ quindi sempre opportuno far controllare tali fattori, data la finezza delle rilevazioni che si effettuano. L'esaminato e l'esaminatore non devono avere oggetti metallici e/o magnetici, a meno che, come per gli indumenti, non si voglia valutare l’influenza di questi oggetti sulle funzioni organiche del cliente. Tutto deve essere fatto con la massima naturalezza, spiegando all' esaminato che non è "stregoneria" ma un modo diverso di effettuare alcune indagini: il cliente deve sempre essere informato perché, oltre a collaborare in modo attivo è più tranquillo sia emotivamente che "muscolarmente". Il test kinesiologico è semplice ma non semplicistico; perciò i giochini con le dita ad "o-ring", il controllare alcune variabili al volo per vedere la "compatibilità" sono oltremodo sciocchi, dannosi, screditanti, superficiali. Tutto ciò riduce una tecnica scientifica, ripetibile come lo può essere un elettroencefalogramma, a gioco salottiero vuoto ed inutile. Come accennato è sempre utile far rilassare il cliente e farlo ambientare nella stanza del test; deve capire che non è una prova di forza tra lui e l'operatore, ma un metodo per valutare il sistema che regola quel muscolo e le funzioni ad esso connesse.
Ecco, di seguito, due schemi molto semplificati dei rapporti muscoli, denti, organi, evidenziati con la Kinesiologia.
Tali schemi sono variabili ed ogni scuola tende a seguire i propri.



Il test kinesiologico può essere un valido aiuto nella determinazione anche delle intolleranze alimentari a volte causa di problemi odontoiatrici. Queste si differenziano dalla allergia per l’assenza di IgE e della stimolazione immunitaria. L'intolleranza alimentare può essere scatenata da deficit enzimatici (pancreatici, epatici); da sostanze ricche di ammine vasoattive (senza stimolazione del sistema immunitario e mast-zellen), da sostanze che attivano solo le mast-zellen senza stimolazione del sistema immunitario. Occorre, inoltre, prendere sempre in considerazione il funzionamento intestinale, l'eubiosi intestinale, eventuali deficit posturali, problemi orl, problemi oculari e quindi chiedere la collaborazione di colleghi che condividano la visione “globale” dell’individuo. Le intolleranze alimentari possono dare fastidi non direttamente e rapidamente collegabili alle sostanze ingerite, perché il loro effetto si manifesta dopo 48/72 ore e può aversi anche per cibi appartenenti alla stessa famiglia. Alcuni esempi:
· Solanacee: peperoni, melanzane, pomodori, patate, peperoncino, paprika, tabacco
· Agrumi: arance, cedro, pompelmi, bergamotto, limone.
· Latticini: latte, latticini, formaggi, agnello, salumi.
I disturbi accusati, in linea generale, sono: emicrania, depressione, asma, naso chiuso, prurito anale, dolori addominali, afte, gengiviti, alitosi, coliti, obesità, vertigini. Il test kinesiologico si esegue mettendo l'alimento sospetto sullo sterno del cliente - zona timica - o vicino la zona ombelicale e testando la variazione di forza del muscolo scelto quale “indicatore” dall'esaminatore. L'eventuale terapia viene scelta dal medico seguendo i principi della medicina biologica; se la patologia si ripresenta, il cliente ha certamente bisogno di una rieducazione alimentare, di un profondo riassetto intestinale - con le terapie del caso e le indagini opportune

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