... Non Solo Cromopuntura

lunedì 20 febbraio 2012

LE BILANCE NEL SISTEMA DELLE LINEE PRIMARIE DI CALLIGARIS

le linee primarie si equilibrano tra loro a due a due dando origine a 5 preziosi meccanismi
di Antagonismo e complementarietà che garantiscono l'equilibrio tra psiche e soma
qui sotto schema esemplificativo



giovedì 9 febbraio 2012

COORDINAZIONE DELLA TESTA

questi punti hanno effetto positivo su tutti gli stati spastici
non importa dove e perchè si verificano i crampi

punto 1
si trova tra ying trang e GG20 ARANCIONE
punto 2
si trova sull'occipite opposto BLU

martedì 7 febbraio 2012

CALLIGARIS: CHI ERA COSTUI?


Giuseppe Calligaris: chi era costui?
Domanda legittima, visto che il none del geniale medico friulano è caduto presto nel dimenticatoio, nella sua patria ingrata; mentre è ben conosciuto a un buon numero di scienziati russi, tedeschi, austriaci, i quali studiano da decenni le sue arditissime intuizioni e sperimentano, con la massima attenzione e serietà, le sue tecniche diagnostiche.
Solamente negli ultimissimi tempi, in Italia, vi è qualche timido indizio di una ripresa dell'interesse nei suoi confronti e nei confronti della sua opera pionieristica. Le sue opere sono state ristampate, dopo un interminabile periodo di oblio, durante il quale pochi seguaci ne facevano circolare delle copie sotto forma di fotoriproduzioni. Esiste anche un'associazione culturale, denominata
Vega, che si prefigge lo scopo di far conoscere e tramandare la concezione della medicina del Maestro. Due autori italiani, G. Tarozzi e Maria Pia Fiorentino, fin dal 1975 avevano pubblicato un libro, Calligaris, precursore di una nuova era (Edizioni M. E. B. di Padova) che, se non altro, ha avuto il merito di riaprire un discorso che sembrava destinato a rimanere interrotto.
Perfino i suoi compatrioti friulani, che da sempre si lamentano - e un po' a ragione - della scarsa attenzione della cultura italiana nei loro confronti, sembrano averlo dimenticato in fretta. Giuseppe Marchetti, autore della fondamentale monografia
Il Friuli. Uomini e tempi (Editore Del Bianco, Udine, 1979, vol. 2, p. 949) gli dedica appena poche righe striminzite e non molto cordiali, anzi quasi derisorie:
Calligaris (Giuseppe), medico, neurologo da Forni di Sotto (1876-1944). Scrisse una serie di studi fantasiosi sotto il titolo generale: Le catene lineari del corpo e dello spirito, Udine, 1828-1940; La delinquenza, malattia mentale, Brescia, 1942.
Studi fantasiosi?
Tali li ha giudicati una concezione angustamente accademica della medicina; ma di altro parere sono stati numerosi scienziati europei e americani che hanno fatto incetta dei suoi libri, quand'essi erano pressoché introvabili, per studiarne il contenuto nei laboratori universitari e privati dei rispettivi paesi, con risultati quanto mai incoraggianti.

Giuseppe Calligaris nasce in Carnia, a Forni di Sotto (provincia di Udine), il 29 ottobre del 1876, figlio del medico condotto del paese. Frequenta i corsi di Medicina all'Università di Bologna e vi si laurea, nel 1901, con una tesi particolarmente originale, dal titolo assai significativo: Il pensiero che guarisce. L'anno dopo si trasferisce a Roma e diventa assistente di una celebrità, il professor Mingazzini, direttore dell'Istituto di Neuropatologia della Facoltà di Medicina presso quell'ateneo; e, solo pochi anni più tardi, ottiene una propria cattedra come docente.
Fin dall'inizio della sua brillante carriera, Calligaris era stato colpito da alcune anomalie della sensitività manifestate da soggetti ammalati di disturbi e lesioni del sistema nervoso, e aveva cominciato a delineare la sua personale teoria sulla loro cura. Nel 1908 decide di pubblicare i primi risultati delle sue osservazioni, ma una commissione nominata dal presidente dell'Accademia di
Medicina di Roma, prof. Baccelli, conclude che i dati risultano ancora insufficienti, e lo consiglia di proseguire nelle proprie ricerche.

Nel 1909, appena trentaduenne, ottiene la soddisfazione di venire nominato segretario del primo Congresso dei Neurologi italiani, di ottenere la libera docenza a Roma e di pubblicare la sua prima opera scientifica: Le mieliti sperimentali. Ma un «vero» friulano (e, a maggior ragione, un «vero» carnico) non si dimentica mai della sua terra; e Calligaris, pur continuando a tenere i suoi corsi alla Facoltà di Medicina di Roma per circa trent'anni, fino al 1939, torna a Udine e vi fonda, con l'aiuto del padre, una clinica privata per la cura delle malattie nervose.
Allo scoppio della prima guerra mondiale, si arruola come medico volontario, senza furori nazionalistici ma per senso del dovere. Assegnato come capitano presso un reparto della Terza Armata, ha modo di vivere in prima linea l'esperienza delle terribili battaglie dell'Isonzo e, poi, del Piave, e di formarsi un'opinione assai critica dei comandi dell'esercito, nonché della vuota retorica bellicista. Al termine della guerra scriverà, su quell'esperienza, il suo unico libro di argomento non scientifico: Un medico e la guerra, in cui non terrà nascoste le sue opinioni antimilitariste, cominciando ad attirare su di sé quei sospetti e quelle diffidenze che, uniti ad altre diffidenze e gelosie sul piano professionale, giocheranno probabilmente una parte non secondaria nella sua progressiva emarginazione culturale.
Intanto, l'invasione austro-tedesca del Friuli dopo Caporetto, nell'autunno del 1917, ha provocato la perdita della clinica e la distruzione dei preziosi materiali in essa contenuti. Infatti, il Comando austriaco di Udine aveva requisito la struttura per poi lasciarla, alla vigilia della ritirata dell'ottobre 1918, completamente devastata. E questo, oltre alla perdita di cinque anni di studio, costituisce un colpo non indifferente per le ricerche del Nostro.


Nel 1927 pubblica un testo fondamentale, che resterà a lungo un «classico» per gli studenti italiani di Medicina: Il sistema motorio extrapiramidale. L'anno dopo, alla morte del professor Minguzzi, potrebbe aspirare a subentrargli nella cattedra di Neuropatologia; ma vi rinuncia, per potersi dedicare alle sue personali ricerche, che procedono parallelamente a quelle di neuropatologia. E, mano a mano che i suoi studi avanzano, inizia a pubblicare le sue opere: ben 19 volumi nel corso di 12 anni, senza contare quelle rimaste inedite, le quali - si dice - sono piuttosto numerose. Tutto preso dall'entusiasmo delle sue ricerche, Calligaris volta le spalle a una prestigiosa carriera accademica e imbocca sempre più decisamente una strada che lo porta a crescenti incomprensioni da parte dell'ambiente scientifico italiano, che finisce per considerarlo pazzo, o quasi. Costretto a vendere la clinica, si ritira a vita provata, dedicandosi interamente alla stesura dei suoi libri; muore, dimenticato da tutti, nel 1944 :con i Tedeschi di nuovo installati nel suo Friuli, come ai tempi di quell'altra guerra, in cui la sua clinica era stata semidistrutta.
Ma in che cosa consistono, esattamente, le scoperte effettuate dal Calligaris, e perché hanno prodotto tanto scandalo e rumore nella comunità scientifica?
Già nel corso degli anni Venti, Calligaris aveva intuito la relazione esistente fra la cute di un individuo e la sua situazione complessivo fisico-psichica; e, in particolare, aveva ipotizzato che esistono delle «linee» e di «placche» cutanee le quali descrivono un sorta di mappa dello stato generale spirituale di ciascun soggetto; non solo, ma che in tale mappa sono rappresentate pure le realtà psico-fisiche di tutti gli altri individui: nucleo della sua futura dottrina medica.

Non si trattava di cervellotiche supposizioni, ma delle conclusioni cui stava giungendo dopo una lunga serie di esperimenti nel corso dei quali, stimolando la linea assiale di un arto o di un dito (o anche della linea interdigitale), si provoca in ogni soggetto sempre lo stesso riflesso sul piano fisico e lo stesso sentimento sul piano spirituale. Inoltre, la stimolazione - la «carica», come lui diceva - di una determinata linea provoca un riflesso su un determinato organo; sicché esiste una relazione diretta fra la struttura interna del corpo umano ed il tessuto cutaneo che lo riveste. (Ci stiamo servendo, in parte, dell'articolo Giuseppe Calligaris e le catene lineari del corpo, sul sito dell'Associazione Culturale «Acquarius»). Nel gennaio del 1928, egli annuncia pubblicamente le sue scoperte davanti all'Accademia delle Scienze di Udine.


Ma non è tutto. Nel 1931, nel corso di uno dei suoi esperimenti, il soggetto avverte Calligaris che la stimolazione di una delle linee cutanee gli sta provocando una sensazione insolita, come se la sua coscienza si fosse ampliata ed egli potesse accedere a un livello più profondo di consapevolezza. Mediante le linee e le placche cutanee, dunque, si può penetrare nel segreto dell'inconscio, in maniera più semplice e diretta che non attraverso l'ipnosi o la terapia psicanalitica? Si tratta di un'ipotesi estremamente affascinante, ancorché tutt'altro che ortodossa; e Calligarsi, con giovanile entusiasmo e con coraggiosa spregiudicatezza, si butta a capofitto nella nuova traccia, che sembra essersi aperta nel corso dei suoi esperimenti.



.... Quanto scritto nelle pagine precedenti ci apre dunque gli occhi e la mente per vedere e per comprendere un fatto che è meraviglioso e che è nuovo per gli uomini del secolo XX. E il fatto è questo: la pelle del nostro corpo è una mappa sulla quale è proiettato e segnato, secondo un ordine prefisso, tutto il mondo della nostra personalità fisica e psichica, così in condizioni normali che patologiche.
Ne risulta quindi che non soltanto viene per es. riflessa ogni malattia dello spirito, ma ogni sintomo speciale di qualsiasi psicosi.
Si tratta soltanto di trovare, su quella mappa magica cutanea, che è una vera
pantoteca, la sede precisa di queste riflessioni psico- o psicopatico-cutanee. Il problema è tutto qui. Per l'opposto, la stimolazione leggera, o, come noi diciamo, la carica adeguata di quei foci risveglia adunque, per via di concatenati riflessi cutaneo-psichici, i corrispondenti stati mentali, fisiologici o patologici. Quanto abbiamo detto qui dietro già rappresenta una grande cosa, ma bisogna aggiungere dell'altro.
Sulla nostra superficie cutanea non è soltanto proiettata, in tutti i più minuti particolari e in tutte le sue espressioni, la nostra personalità propria, ma anche quella di tutti gli altri esseri umani con il loro presente, il loro passato e il loro futuro.
E non basta. Sulla pelle di ogni essere umano è anche rappresentato tutto l'Universo, nel suo passato, nel suo presente e nel suo futuro. 



Diamo qui un elenco delle principali pubblicazioni del Calligaris, da cui risulta la vastità e la straordinaria apertura intellettuale di questo infaticabile studioso, nonché la mole enorme di lavoro che si sobbarcò quasi ininterrottamente, affiancandola all'insegnamento e alla ricerca scientifica: Le catene lineari del corpo; Le catene lineari del corpo e dello spirito; Le catene lineari secondarie del corpo e dello spirito; La fabbrica dei sentimenti sul corpo dell'uomo (3 volumi); Le meraviglie dell'autoscopia; Le meraviglie dell'eteroscopia; Telepatia e radio-onde cerebrali; Telepatia e telediagnosi; Le immagini dei vivi e dei morti richiamate dalle loro opere; L'Universo rappresentato dal corpo dell'uomo; Il cancro; Malattie infettive; Nuove meraviglie del corpo umano; Nuove ricerche sul cancro; Le meraviglie della metapsichica; Malattie mentali; La televisione degli Astri: la Luna; Il sistema motorio extrapiramidale (2 volumi); Le meraviglie della Metafisiologia; Delinquenza, malattia mentale.


Fonte Francesco Lamendola
Le catene del corpo e dello spirito
nella « metafisiologia» di Giuseppe Calligaris 

LINEE PRIMARIE LONGITUDINALI E TRASVERSALI - CALLIGARIS


Linee primarie trasversali.
In questo grande quadrato fondamentale intermedio, (vedi anche la Fig. 7)
cioè limitato da quattro linee laterali del corpo, inscritto nella palma della mano sinistra, le linee trasversali corrispondono alle longitudinali in ordine invertito:

N° 1 = Dissociazione mentale; N° 10 = Emozione;
N° 9 = Calma e sonno;
N° 8 = Piacere;

N° 7 = Dolore;
N° 6 = Associazione mentale; N° 5 = Odio;
N° 4 = Memoria;
N° 3 = Oblio;
N° 2 = Amore;
N° 1 = Dissociazione mentale.

Punti cruciali.
Se si tiene fisso uno spillo faradico, percorso da una leggera corrente, sopra ognuno dei punti cruciali (precedentemente segnati), dopo pochi minuti sorge nella mente del soggetto, quel sentimento noto in precedenza, che rappresenta la risultante di quei due che sono propri, uno della linea di tipo longitudinale (laterali N° 1-1. assiali N° 2- 4 - 6 - 8 -10, interdigitali N° 3, 5, 7, 9) e l' altro della linea d'incrocio di tipo trasversale (1 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10 - 1), resta sempre comunque preponderante la prima, cioè quella longitudinale che fornisce il tema fondamentale del sentimento, cosicché lungo i punti cruciali allineati avremo ad esempio:
sulla longitudinale N° 2 (assiale del pollice) ci sono le produzioni degli amori; lungo la linea N° 3 le produzioni degli oblii;
lungo la linea N° 4 le produzioni dei ricordi; lungo la linea N° 5 quelle degli odii;
lungo la linea N° 6 quelle delle confusioni; lungo la linea N° 7 quelle dei dolori;

lungo la linea N° 8 quelle dei piaceri;
lungo la linea N° 9 quelle delle calme e dei sonni;
lungo la linea N° 10 (assiale del mignolo) quelle delle emozioni; e infine;

lungo le due linee laterali N° 1 - 1 quelle delle dissociazioni mentali (cfr. il testo). Ognuna di queste produzioni, scaglionate lungo una linea longitudinale e rappresentate dal punto nodale, è preposta a mettere al servizio del sentimento generale, (rappresentato dalla stessa longitudinale) l'altro sentimento che è specifico di ogni linea trasversale d'incrocio. Per es. la carica faradica leggera e continua praticata con l'apice dello spillo, lungo la linea longitudinale N° 2 (assiale del pollice) nel punto d'incrocio, avrà i seguenti risultati: con la trasversale N° 1 susciterà l'amore per la dissociazione mentale; con la trasversale N° 10 l'amore per l’emozione; con la trasversale N° 9 l'amore per la calma ed il sonno; con la trasversale N° 8 l'amore per il piacere; con la trasversale N° 7 l'amore per il dolore; con la trasversale N° 6 l'amore per la confusione; con quella N° 5 l'amore per l'odio; con quella N° 4 l'amore per il ricordo (cfr. fig. 8, fig .9); con quella N° 3 l'amore per l’ oblio; con quella N° 2 l'amore per tutti gli amori, ecc.
La stessa regola vale per tutti gli altri punti cruciali (cfr. il testo). 


fonte Letterato Salvatore Claudio aka Lascaux L'indice dei ricordi
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